Serie Omaggio a Kurosawa, dal film “Sogni” del regista giapponese Kurosawa.
Serie di 10 tele indivisibili.
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Tela 0,80 mt x 1 mt
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Tela n. 1 – Sole attraverso la spiaggia – “Il contrasto è l’indispensabile linfa della vita, per questo è presente in tutte le attività dell’uomo…” (Alfred Hoenegger) Ho sempre amato il contrasto ma non la contraddizione (dunque il poeta Ugo Foscolo, ad esempio) ed allora richiedo come si possa credere che il comandamento divino “Ama il prossimo tuo come te stesso” possa ammattere la cosiddetta “Pedagogia della Sofferenza” in nome della quale saranno premiati come beati e riceveranno in dono il Regno dei Cieli tutti coloro che avranno provato le sofferenze maggiori, frutto dell’odio, dell’invidia, dell’avarizia e della superstizione. Finalmente ho capito che cosa siano il pessimismo storico e cosmico di Giacomo Leopardi: la Contessa Adelaide degli Antici, sua nobilissima madre ed integerrima praticante della fede cattolica, lo amava a tal punto da procurargli quanto più guasti irreparabili possibili ma salutari alla salvezza eterna. Tela 0,80 mt x 1 mt
Tela n. 2 – Il pescheto – Blaise Pascal si chiedeva nei suoi Pensieri se Inferno, Purgatorio e Paradiso non avessero una dimensione terrestre prima ancora che celeste e se, dunque, non fosse possibile far corrispondere a ciascuno di quei tre mondi un’età della nostra esistenza. Oggi credo di poter fornire una plausibile risposta a quella domanda: fra il Paradiso “dell’anima pargoletta” (Dante Alighieri) e l’Inferno della società adulta si colloca il Purgatorio adolescenziale (la giovinezza, infatti, non è stagione della vita): sui figli ricadono le colpe del padre, in una vertigine di rimorsi reciproci. Tela 0,80 mt x 1 mt
Tela n. 3 – La tormenta – Anche nel “male di vivere” (Eugenio Montale) esiste un varco nella scogliera mentre infuria la tormenta: individuarlo ed oltrepassarlo, mettendo al sicuro se stesso e gli altri, è compito di ogni intellettuale in quato vestale della classe media. Ecco prchè, al di là delle secche delle acque profonde in cui si muovono i comuni mortali, “la storia non è una catena di anelli ininterrotta e in ogni caso qualche anello non tiene” (Eugenio Montale). Tela 0,80 mt x 1 mt
Tela n. 4 – Il tunnel – “Celebrazione paranoica del lutto”: ecco come antropologi, sociologi e filosofi definiscono la Guerra. Anche io sono profondamente convinto che essa corrisponde alla dimensione più istintiva e violenta che attraversa il cuore e la mente della specie umana. Tuttavia sostengo che è preciso dovere di ciascuno di noi isolare militarismo e bellicismo in un cordone sanitario che li trasformi in tabù, cioè mostri di cui vergognarsi eticamente e da cui fuggire come se fossero serpenti velenosi nascosti nell’erba verde del prato della vita. Tela 0,80 mt x 1 mt
Tela n. 5 – I corvi – Da oltre duemila anni ci viene fatto credere che i corvi siano animali stupidi, vanitosi e dunque brutti: da bambino non faticai a convincermi dell’astuzia della volpe che era riuscita ad aimpadronirsi del gustoso formaggio stretto dal corvo nel becco, adulandolo circa la sua voce argentina. Oggi, invece, sono disposto ad ammettere che stupida fu la volpe nel credere che il corvo fosse caduto nella trappola abboccando all’ingenua esca dell’adulazione. Tela 0,80 mt x 1 mt
Tela n. 6 – Fujiama in rosso – Ogni regione italiana ha il suo Fujiama: Monte Bianco, Gran Sasso, Etna, Vesuvio, Pratomagno, Carpegna sono quelli che porto nel cuore, nomi diversi per una sola idea: la montagna è residenza degli Dei e nelle sue viscere dobbiamo tornare a cercare il segreto della vita che, a causa dell’inquinamento atmosferico, non giunge più a noi attraverso le acque che sgorgano dalle sorgenti. Tela 0,80 mt x 1 mt
Tela n. 7 – Il Demone che piange – Quasi tutti sanno che Dante Alighieri ha condannato Lucifero a vivere immerso nel lago ghiacciato di Cocito, tuttavia pochi conoscono la verità: quelle acque gelide non sono altro che il frutto delle lavrime che scendono dalle tre teste di colui che fu El Al (forza e potenza) la stella del mattino. Tela 0,80 mt x 1 mt
Tela n. 8 – Il villaggio dei mulini – E’ un’oasi di pace in cui viveva un vegliardo mite e serafico, che definisce la vita terrena “bella e degna di essere vissuta”. Dunque aspetta la morte senza temerla, con la certezza che verrà accompagnato all’ultima dimora con canti e suoni. “Chi va al mulino s’infarina” recita un antico aforisma, ma il suo vero significato è “chi nasce deve vivere”. Tela 0,80 mt x 1 mt