Le Metamorfosi di Ovidio nella Commedia di Dante Alighieri
Scrive R. Mori:
“Il lirico Poeta Ovidio
Ogni avvio alla scrittura che si rispetti e ogni brano che mi appresto a scrivacchiare non posso fare a meno di pensare donde vengo dove andrò chi ha creato le meraviglie che mi circondano. Ignote per me le vere origini del Mondo, non ho capacità di risolvere i dubbi che la Mente bislacca si domanda e risponda all’Intelletto che tutto è vera favola di cui mi ha sempre affascinato sin da ragazzo ma in questo caso si tratta di Storia Avvantaggiata troppo per la mia cervice. Ma una cosa nella vita l’ho imparata perchè ripetitiva in ogni Tempo: è indubbio che l’amore e l’odio son due forze perennemente generatrici e rinnovatrici dell’Universo.
Tutto mi attrae di questo Poeta fantasioso ma ciò che mi attire son le METAMORFOSI che ho illustrate pittoricamente non tanto la data di nascita a Sulmona 43 anni prima di Cristo oppure le meraviglie delle opere sue la ricchezza di beni e denaro la magnifica famiglia o la disgrazia dell’esilio imposto per gelosia o quant’altro dall’Imperatore romano che relegò il Poeta nelle terre estreme dell’impero, ma l’arguzia del soprannome PUBLIO OVIDIO NASONE. Il Nasone derivato da uno de’ suoi avi per il volume del naso tramandato ai posteri mi struggo di imparare a scrivere in libretto sulla STORIA DE’ NASI da Dante Alighieri, Cirano, Leonardo da Vinci ed altri intanto per concetto di immediatezza farò il disegno di NASONE poi si vedrà se andrà avanti nella mente la questione.”